KARATE SHOTOKAN
La valutazione positiva della scuola Shotokan è generalmente legata all'aspetto dinamico dei movimenti. In effetti, l'esagerazione delle posizioni basse e l'ampiezza dei movimenti danno la possibilità di sviluppare la forza muscolare che è necessaria per prepararsi ad una pratica duratura. Anche se nella realtà del combattimento non si ha bisogno di fare questo o quel movimento, esagerandone l'ampiezza gestuale e la forza, si allena l'efficacia al combattimento reale.
Su questo piano, lo stile di allenamento dello Shotokan è molto esigente.
Il dispendio energetico è maggiore nello Shotokan che nelle altre scuole a causa del tipo di allenamento, cosa che costituisce il suo merito.
G. Funakoshi componeva fin da giovane delle poesie, ne calligrafava con notevole arte; egli aveva scelto come pseudonimo di calligrafo Shoto (fruscio della pineta). II suo paese natale era infatti dominato dal castello di Shuri, che era prolungato da colline e da monti coperti da foreste di pini. Questi formano una lunga catena chiamata Kobisan (Monti della coda di tigre). G. Funakoshi aveva l'abitudine, in gioventù, di passeggiarvi spesso, di giorno e anche di notte, al chiaro di luna o sotto le stelle. Il fruscio dei pini lo accompagnava da allora. Firmando Shoto le sue poesie calligrafate, il ricordo del canto della pineta lo riportava ai sentimenti dell'infanzia e della giovinezza. E quando egli sceglie Shoto come nome del suo dojo di karate, vuole ancora legare l'immagine del fruscio della pineta alla via che segue nel karate. "Amerei proseguire la via del karate, cosi come la vita, nella grazia della verità intrinseca alla calma del fruscio dei pini", scrive Funakoshi.
E' nella primavera del l938 che egli affigge l'insegna "Shotokan" (kan significa casa o dojo) davanti al suo dojo. Questo nome sarà in seguito utilizzato per designare la sua scuola. G. Funakoshi ha 70 anni.